Il recente crollo della lira turca e la correzione di tutte le Borse a ottobre, hanno rimesso i mercati emergenti al centro dell’attenzione degli investitori. Uno studio di JP Morgan Asset Management firmato da Hannah Anderson, strategist del mercato globale, torna ad analizzare la Turchia e mette in rilievo quali possono essere i Paesi Emergenti più a rischio che stanno portando volatilità sui mercati emergenti e il più esposto agli choc esterni. Anderson sottolinea che questa è una dinamica classica di questi mercati e pone l’accento sull’Argentina dove preoccupa il livello di inflazione ben al di sopra dell’obiettivo della banca centrale, e a seguire gli altri Paesi osservati speciali sono il Sudafrica e l’Egitto. All’altro estremo della scala di valori, su mercati come Tailandia, Russia e Arabia Saudita, si nasconde tutto il valore che i mercati emergenti possono dare a un portafoglio.
Le crisi sui mercati emergenti sono un classico che si presenta in maniera ciclica.Mark Burgess, Vice CIO Globale e CIO EMEA di Columbia Threadneedle Investments, sottolinea il comportamento di queste economie nella sua analisi sulla Turchia evidenziando come la causa del deprezzamento della lira turca si debba all’atteggiamento sempre più ostile del Presidente Trump sul commercio e alla spirale protezionistica che la guerra commerciale con la Cina ha innescato. «Le politiche protezionistiche degli Stati Uniti si ripercuoteranno sui Paesi Emergenti più esposti ai flussi commerciali globali in Asia e in altre regioni, ma un contagio dalla Turchia ad altre economie emergenti è improbabile, se non altro perché negli ultimi anni si è registrata una tendenza al miglioramento delle partite correnti di molti Paesi» ha detto Burgess.
Nonostante tutto, le prospettive per l’Asia e per i mercati emergenti esposti alla minaccia rappresentata dalle politiche protezionistiche di Trump (Cina, Messico, Colombia, Malesia, Corea e Tailandia) saranno contrastate dalla forza economica delle economie emergenti, secondo Burgess, perché la posizione aggregata delle partite correnti dei mercati emergenti è migliorata notevolmente. Per L. Bryan Carter, Head of Emerging Markets Fixed Income di Bnp Paribas Asset Management, invece, gli investitori hanno ragione a chiedersi se c’è una crisi del debito nei mercati emergenti. «C’è una tesi secondo cui il debito è diventato un problema sistemico in questi mercati: considerando un gruppo di Paesi Emergenti ad alto rendimento, il rapporto debito/PIL medio è salito dal 36% nel 2012 al 59% nel 2017» ha sottolineato Carter. «Ma il debito da solo non innesca una crisi: ci deve essere qualche catalizzatore in più per perdere la fiducia». Per Carter i Paesi più a rischio ora sono: Angola, Belize, Congo, Gabon, Libano, Mongolia, Mozambico, Sri Lanka, Ucraina e Zambia e sono marginali in un portafoglio emergente ben diversificato.
IDEE DI INVESTIMENTO
Secondo il consensus degli economisti Bloomberg, la maggior parte dei mercati emergenti con economie grandi abbastanza da far tremare i mercati globali (Cina, Brasile, Indonesia, Malesia, Messico, Russia, Sud Africa) ha migliorato negli ultimi 5 anni la politica economica che ha portato a bilanci più solidi, una gestione fiscale e monetaria coerente, un’inflazione più bassa e valute più competitive. Per chi investe sui mercati emergenti ora è il momento della selezione, evitando i Paesi Emergenti più piccoli e concentrandosi sui grandi. Con un’avvertenza messa ben in evidenza dall’Amundi Global Investment Views firmato da Philippe Ithurbide (Global Head of Research), Monica Defend (Head of Strategy, Deputy Head of Research) e Didier Borowski (Head of Macroeconomic Research): il rischio è molto alto nel breve termine e riguarda le possibili ricadute delle valute dei mercati emergenti sulle obbligazioni e sulle azioni soprattutto di quei Paesi più fragili e con grandi esigenze di finanziamento (Sudafrica e Cile).
Per investire sui mercati emergenti bisogna saper pesare bene opportunità e rischi soprattutto dopo una correzione così marcata delle Borse nel mese di ottobre. Ecco la Top five dei fondi azionari sui mercati emergenti (Categoria Morningstar: Azionari Paesi Emergenti).
La Top 5 dei fondi azionari Paesi emergenti
Prodotto | Rendimento 3y | Rendimento YTD |
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BlackRock Strategic Funds - Emerging Markets Equity Strategies Fund A2 USD | 14,22% | 8,89% |
Credit Suisse (Lux) Global Emerging Market Equity Fund ClasseBH EUR Cap | 11,16% | -1,47% |
Pimco RAE Fundamental Emerging Markets Fund E Acc | 11,07% | -12,90% |
TT Emerging Markets Equity Fund Class I EUR Accumulation | 9,88 | -12,18% |
Bgf Emerging Markets Fund Eur Classe E2 | 9,20% | -4,04% |
Nella tabella, i fondi azionari Paesi emergenti ordinati per rendimento a 3 anni. Dati % in euro aggiornati a novembre 2018. Fonte: Morningstar.
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Note
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FAQs
Investire in un conto di risparmio e in beni rifugio, come investimenti in oro, è una scelta vincente durante una recessione. In genere, l'aumento dei tassi di interesse imposto durante una recessione consente di ottenere rendimenti più elevati del normale quando si depositano fondi in un conto di risparmio.
Come investire nei mercati emergenti? ›
Investire nei mercati emergenti globali può essere molto facile e poco costoso: basta utilizzare un singolo ETF che replica un indice sui mercati emergenti che viene ponderato sulla base della capitalizzazione di mercato.
Come si caratterizza l'economia dei paesi emergenti? ›
La nozione di «mercati emergenti» è stata coniata negli anni Ottanta per designare i paesi in via di sviluppo che offrivano opportunità agli investitori. Generalmente sono considerati tali i paesi il cui dinamismo economico e demografico alimenta un potenziale di crescita superiore a quello dei paesi sviluppati.
Cosa fare con investimenti in perdita? ›
Cosa fare con i fondi in perdita? Se i fondi sono in perdita, è essenziale mantenere la calma, monitorare il mercato, rivalutare i propri obiettivi a lungo termine e se necessario rivedere la strategia di diversificazione del portafoglio. Il disinvestimento può essere valutato come misura estrema.
Dove investire durante la crisi? ›
Nella prima categoria - validi anche per investire in tempi di guerra, pandemia o altre situazioni di instabilità, troviamo i beni rifugio, investimenti considerati sicuri come l'oro, le valute più stabili, le obbligazioni governative, ossia i titoli di Stato e alcune materie prime, come ad esempio quelle agricole.
Dove investire in caso di inflazione? ›
Tra gli asset considerati abbiamo valutato in particolare azioni, obbligazioni a breve e a lungo termine, oro, immobili. Diamo subito una significativa anticipazione: secondo lo studio di SoldiExpert SCF, le azioni sembrano essere gli asset migliori dove investire con l'inflazione alta.
Come investire al meglio 50.000 euro? ›
Dove conviene investire 50.000 euro? Tra gli strumenti più adatti per investire una somma pari a 50.000 euro ci sono senza dubbio le azioni e le obbligazioni. La terza alternativa è data dagli ETF (Exchange Traded Funds), che permettono di investire in differenti segmenti dei mercati finanziari.
Quali sono i paesi emergenti oggi? ›
Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), sono 25 i Paesi Emergenti: Cina, Brasile, Cile, Colombia, Repubblica Ceca, Egitto, Grecia, India, Indonesia, Kuwait, Malesia, Messico, Perù, Filippine, Polonia, Qatar, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia, Turchia, Ungheria, Emirati Arabi ...
Come investire 40 mila euro? ›
Cosa fare con 40 mila euro? Con un capitale di 40.000 € si può investire in criptovalute o altri asset disponibili nei mercati finanziari. In alternativa si può scegliere il crowdfunding, dei buoni fruttiferi postali, conti deposito o commodities.
Quali sono i paesi emergenti in via di sviluppo? ›
Fra i Paesi emergenti, Cina, India e Brasile sono entrati nel gruppo delle principali potenze economiche del mondo e le loro multinazionali investono nelle altre aree in via di sviluppo: la Cina, per esempio, è diventata la principale fonte di investimenti stranieri in Africa.
BRICS è un raggruppamento delle economie mondiali emergenti formato dai Paesi del precedente BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) con l'aggiunta di Sudafrica (nel 2010) e di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti (nel 2024).
Quali sono considerati i mercati emergenti? ›
Cos'è un mercato emergente
Per lungo tempo si è parlato dei BRIC, acronimo coniato nel 2001 da un banchiere di Goldman Sachs, Jim O'Neill, per indicare quattro economie emergenti: Brasile, Cina, Russia e India, che in base alle previsioni avrebbero avuto un ruolo crescente nel panorama dell'economia mondiale.
Quale è l'investimento più sicuro? ›
Tra le principali forme di 'investimento sicuro' - o comunque con basse percentuali di rischio - disponibili sul mercato, figurano i conti deposito, i certificati di deposito, le polizze finanziarie emesse da imprese di assicurazione e le obbligazioni.
Quando è il momento di disinvestire? ›
In generale, i momenti in cui può essere conveniente disinvestire sono: quando si vuole limitare le perdite, quando sono stati raggiunti gli obiettivi di investimento, quando si individuano opportunità migliori.
Cosa fare durante una recessione? ›
Come proteggere i propri risparmi in recessione
- Investire a lungo termine.
- Mantenere un portafoglio ben diversificato.
- Utilizzare i beni rifugio o le materie prime come copertura.
- Diversificare su valute diverse dall'euro.
- Non farsi guidare dall'emotività compiendo scelte affrettate.
Come salvare i soldi dall inflazione? ›
Strategie per sconfiggere l'inflazione e proteggere i tuoi risparmi
- Apri un conto deposito ad alto rendimento.
- Considera l'idea di investire una parte dei tuoi risparmi.
- Assicurati di ricevere una retribuzione adeguata.
- Tieni sotto controllo il budget e adegualo alle tue esigenze.
- Potenzia il tuo fondo di emergenza.
Cosa succede alle azioni in caso di recessione? ›
Le azioni hanno in genere raggiunto il picco diversi mesi prima di una recessione ma possono riprendersi velocemente. Fonti: Capital Group, Federal Reserve Board, Haver Analytics, National Bureau of Economic Research, Standard & Poor's.
Cosa succede alle obbligazioni in caso di recessione? ›
In recessione le obbligazioni tendono a performare meglio che durante le altri fasi del ciclo economico. Inoltre i junk bond tendono a sovraperformare sia le obbligazioni investment grade che quelle sovrane, rispettivamente di circa il 2% e il 5% in media. Le materie prime hanno invece performance deboli.