Ci tengo molto a fare chiarezza sui temi che riguardano l’educazione finanziaria: come risparmiare, come porsi degli obiettivi realistici e come investire in modo da raggiungerli, ma c’è un tema ugualmente importante che spesso genera molta confusione in chi muove i primi passi nel settore degli investimenti.
Molto raramente, infatti, si parla di quali siano i momenti in cui disinvestire potrebbe essere la scelta migliore.
Quando conviene decidere di vendere le proprie azioni, titoli di stato, fondi comuni o altre forme di investimento? Quali sono i fattori che dovresti considerare in questi casi?
Facciamo chiarezza su un argomento che potrebbe sembrare meno attraente rispetto all’acquisto di nuovi asset finanziari, ma altrettanto importante per tutelare il tuo patrimonio.
Disinvestire è conveniente?
Lascia che cominci con una doverosa premessa: non è possibile affermare in generale se disinvestire sia conveniente o meno, perché, come sempre, i fattori in gioco sono svariati e bisognerebbe valutare caso per caso.
Prima di tutto, la decisione di disinvestire dovrebbe essere presa in base al tuo orizzonte temporale, e per farlo dovresti tenere in considerazione il portafoglio complessivo delle tue attività finanziarie.
Dovresti poi prendere in considerazione anche l’impatto fiscale di una vendita e agire di conseguenza, magari consigliato da un consulente finanziario, che ti comunichi con chiarezza tutte le implicazioni relative alla scelta.
In generale, i momenti in cui può essere conveniente disinvestire sono: quando si vuole limitare le perdite, quando sono stati raggiunti gli obiettivi di investimento, quando si individuano opportunità migliori.
Limitare le perdite
Quando il valore del tuo portafoglio subisce un calo significativo, ad esempio a seguito di una crisi di mercato, potresti dover prendere in considerazione l’opzione di vendere per evitare che la situazione peggiori ulteriormente.
Ovviamente, questo dipenderà dal tipo di investimento che hai fatto: se si tratta di azioni di un’azienda che sta attraversando un momento difficile, vendere potrebbe essere la scelta giusta per ridurre le perdite, ma se invece hai investito in una società che, nonostante la fase negativa, sai essere in grado di riprendersi, potresti decidere di tenere i titoli e attendere un’eventuale ripresa.
Raggiungimento degli obiettivi di investimento
Un altro motivo per cui potresti pensare di disinvestire è legato al raggiungimento degli obiettivi di investimento.
Se avevi stabilito una cifra precisa da raggiungere e sei riuscito a superarla, potresti decidere di vendere parte o tutti gli asset in portafoglio per realizzare i guadagni.
In questo caso, la scelta del momento giusto per disinvestire sarà essenziale per evitare di perdere parte dei profitti ottenuti.
Migliori opportunità sul mercato
In alcuni casi, potresti disinvestire perché hai individuato delle opportunità migliori.
Ad esempio, se hai investito in azioni di una società e vieni a sapere che un’altra azienda del settore sta avviando un progetto interessante che potrebbe portare a un aumento del valore delle sue azioni, potresti decidere di vendere i titoli della prima società per acquistare quelli della seconda.
Anche in questo caso, però, conviene valutare bene la situazione e capire se la nuova opportunità sia davvero più vantaggiosa della prima, per non rischiare di prendere una cantonata che porterebbe a enormi perdite finanziarie.
Disinvestire quando si ha bisogno di liquidità
Infine, potresti avere una contingenza per cui ti serve denaro in tempi brevi, e potresti scegliere di ottenerlo disinvestendo.
In questo caso, come prima cosa dovresti capire quale strumento finanziario sia più vantaggioso da dismettere, e poi valutare l’impatto fiscale della vendita.
A questo punto, dovrai valutare il momento in cui vendere, per non perdere troppo denaro, e comunque accettare il fatto che stai perdendo i guadagni che avresti accumulato nel tempo.
Cosa significa disinvestire
Disinvestire significa decidere di vendere gli strumenti finanziari in proprio possesso, con l’obiettivo di disimpegnarsi da un determinato investimento. Il termine si riferisce a una scelta consapevole di vendere un certo titolo o azione, indipendentemente dalla motivazione.
In generale, il disinvestimento può essere un’operazione difficile da gestire, in quanto l’investimento in strumenti finanziari implica sempre una certa dose di rischio. Tuttavia, adottare una strategia intelligente che preveda la possibilità di disinvestire in modo tempestivo può contribuire a limitare le perdite e a proteggere il proprio patrimonio.
Quanto tempo è necessario per disinvestire
Il tempo necessario per disinvestire dipende da molti fattori, come la tipologia e la quantità degli investimenti da liquidare, le condizioni di mercato in quel momento e le politiche aziendali.
In genere, il disinvestimento è un processo che richiede tempo e pianificazione accurata per minimizzare le perdite e massimizzare i guadagni. In alcune situazioni, come in caso di una forte volatilità del mercato, il tempo necessario per disinvestire potrebbe essere più lungo del previsto, mentre in altre, come nel caso di investimenti meno complessi, il processo può essere più veloce.
In particolare, per strumenti quotati come azioni e obbligazioni bastano alcuni giorni, mentre per fondi, gestioni, polizze o altri prodotti simili, mediamente è necessario un tempo che va da una settimana a 15 giorni.
La cosa davvero importante è valutare attentamente i rischi e le opportunità, in modo da poter decidere quando e come avviare il processo di disinvestimento, con l’obiettivo di ottenere il miglior risultato possibile.
Quanto costa disinvestire un fondo
Non sempre disinvestire un fondo è gratis: può comportare dei costi che dipendono dalla situazione specifica del fondo e dalle politiche della banca o della società che lo gestisce.
In generale, esistono tre principali tipologie di costi legati alla dismissione di un fondo: i costi di uscita, i costi di dismissione e le tasse.
I costi di uscita sono i costi che si pagano per uscire dal fondo e possono variare da banca a banca, anche se in genere non superano l’1% del controvalore del fondo.
I costi di dismissione, invece, sono i costi che si pagano per la vendita dei titoli che compongono il fondo e possono dipendere dalle commissioni che la banca o la società di gestione addebita per l’operazione (ma mi auguro vivamente che la tua banca o il tuo consulente le azzerino!).
Infine, come per ogni operazione finanziaria, esistono le tasse che devono essere pagate in base alle norme fiscali in vigore.
In particolare, quando si decide di disinvestire un fondo, occorre prestare attenzione al periodo di detenzione del fondo, in quanto la tassazione potrebbe essere differente a seconda del periodo di investimento e della tipologia di fondo.
Cosa fare quando gli investimenti sono in perdita
Veniamo alle note dolenti: quando gli investimenti sono in perdita, la tentazione di disinvestire è forte, perché si vuole limitare il più possibile i danni.
In questi casi, come prima cosa è fondamentale valutare se si tratta di un momento di oscillazione o di una vera e propria perdita, al fine di non fare azioni avventate.
Nel caso in cui si decidesse di disinvestire, si possono prendere in considerazione alcune strategie.
Una prima opzione è quella di disinvestire dai singoli asset che stanno causando maggiori perdite, mantenendo quelli più stabili nel proprio portafoglio. In alternativa, si può decidere di vendere tutto e recuperare il proprio capitale investito.
È importante non perdere di vista il lungo termine e non agire di impulso in momenti di forte volatilità, che potrebbero nascondere un’inversione di tendenza.
Inoltre, come ripeto spesso, può risultare utile diversificare gli investimenti in strumenti finanziari differenti, riducendo così il rischio di un’eventuale perdita globale.
Infine, è opportuno ricordare che è impossibile prevedere ogni fluttuazione del mercato e che, in alcuni casi, le perdite sono inevitabili. Pertanto, è bene mantenere una visione globale della propria situazione finanziaria e agire con razionalità e serenità, senza lasciarsi sopraffare dalle emozioni nel momento in cui il proprio portafoglio subisce perdite.
È il momento di disinvestire?
Insomma, agire sull’onda dell’emozione è caldamente sconsigliato, nell’ambito della finanza, e bisogna ricordare che nessun investimento è completamente al riparo da rischi.
È importante prendere in esame tutte le possibilità e le implicazioni, anche quando si prende la decisione di disinvestire parte dei propri risparmi.
Un aiuto da parte di un professionista del settore, come un consulente finanziario, che sappia accompagnarti con la giusta lucidità verso la scelta più adatta alla tua situazione, può essere decisivo.
Se pensi che sia arrivato il momento di prenderti cura delle tue finanze con serenità e pianificazione attenta, contattami per una prima consulenza gratuita.