Come abbiamo visto, non esistono investimenti completamente privi di rischi. Tutti gli investimenti comportano un certo livello di rischio, ma alcuni offrono meno incertezza sulla possibilità di recuperare il capitale investito. Tuttavia, bisogna capire quali strumenti forniscono delle performance adatte ai propri obiettivi futuri.
Tenere i soldi nel conto corrente
I soldi sul conto corren
te non corrono rischi, infatti i depositi fino a 100.000 euro sono protetti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. Ma se da un lato i depositi sul conto corrente non corrono rischi fino a questa soglia, dall’altro non generano nessun rendimento.
Le banche, infatti, non offrono interessi sulle giacenze, oppure sono talmente bassi da essere poco influenti. I soldi sul conto perdono valore a causa dell’inflazione, perciò non si tratta della soluzione migliore per proteggere il proprio potere d’acquisto.
Conti deposito e buoni fruttiferi postali
I conti deposito sono uno strumento finanziario messo a disposizione dalle banche. In sostanza, si prestano i propri risparmi all’istituto di credito, che li investe e in cambio offre un interesse.
I depositi possono essere liberi quando i soldi sono sempre disponibili, oppure vincolati quando ci si impegna a non prelevare la somma depositata per un certo periodo di tempo. In entrambi i casi, sugli interessi maturati bisogna però pagare l’imposta del 26%.
I buoni fruttiferi postali invece sono titoli di debito emessi da Cassa Depositi e Prestiti, distribuiti da Poste Italiane e garantiti dallo Stato italiano. Sono pensati per i piccoli risparmiatori, in quanto il valore nominale non può scendere e viene sempre garantita la restituzione del capitale.
Allo stesso tempo, l’inflazione può erodere facilmente il capitale investito sui buoni fruttiferi postali, quindi è piuttosto comune perdere potere d’acquisto investendo in questi strumenti finanziari. In più non convengono se si possiedono già dei titoli di Stato, poiché l’emittente è lo stesso e in questo modo non si diversifica bene il rischio.
Obbligazioni e BTP
Altri investimenti considerati a basso rischio sono le obbligazioni, ossia dei titoli di debito emessi in genere dagli Stati per finanziarsi in cambio di un rendimento. Tra i titoli di Stato italiano ci sono ad esempio i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali), titoli di debito di medio e lungo termine emessi dal Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e della Finanze, con una durata compresa fra 3 e 50 anni.
Il rischio dei BTP è legato esclusivamente all’eventuale inadempienza del Tesoro, ossia qualora lo Stato italiano non dovesse riuscire a ripagare gli investitori; quindi, si tratta di un rischio abbastanza remoto. Al contrario, poiché il valore dei titoli di Stato può aumentare o diminuire nel tempo, vendere i titoli prima della scadenza espone al rischio mercato.
Per essere sicuri di recuperare l’investimento bisogna mantenerli fino alla scadenza, bloccando i risparmi per molto tempo.
Corporate bond
I corporate bond sono delle obbligazioni emesse da società private; quindi, sono degli strumenti finanziari più rischiosi rispetto ai titoli di Stato. Se l’azienda dovesse fallire si perderebbero tutti i soldi investiti, perciò bisogna prestare molta attenzione nella scelta di questi prodotti e nella selezione delle società emittenti.
Alcune aziende sono considerate meno rischiose, ad esempio quelle molto grandi, le imprese sul mercato da decine di anni con un business consolidato, oppure le aziende pubbliche, con partecipazioni statali o che hanno molte commesse pubbliche. I rendimenti variano a seconda dell’emittente, di conseguenza anche il livello di rischio; in questi casi è quindi fondamentale diversificare molto e ridurre la durata dell’investimento per mitigare i rischi.
Le obbligazioni private sono strumenti finanziari poco adatti ai risparmiatori, soprattutto a quelli che cercano soluzioni che offrano solidità nel tempo e la conservazione del capitale. Inoltre, per i piccoli risparmiatori è difficile individuare i corporate bond giusti in cui investire, in quanto servono delle competenze specifiche per costruire un portafoglio d’investimento ben strutturato.
Beni rifugio
I beni rifugio sono considerati investimenti utili per proteggersi durante le crisi. Questo succede perché durante i periodi più turbolenti molti investitori professionisti iniziano a compare asset come l’oro, ritenuto il bene rifugio per eccellenza, facendone aumentare il prezzo. Tuttavia, non appena l’economia migliora gli investitori spostano di nuovi i capitali verso altri mercati, quindi il valore dei beni rifugio può scendere improvvisamente.
Questo andamento è molto difficile da prevedere per una persona non esperta di mercati finanziari; quindi, esiste un rischio elevato di perdere i propri soldi. Se si compra nel momento sbagliato, oppure si vende troppo tardi, il danno economico potrebbe essere considerevole. I beni rifugio quindi non sono indicati per chi desidera investire a basso rischio e non ha esperienza in ambito finanziario.
Le gestioni patrimoniali
Le gestioni patrimoniali sono strumenti finanziari diversificati per moderare il rischio. In sostanza, si tratta di un paniere di titoli, un “contenitore” in cui sono presenti una serie di prodotti finanziari differenti per diversificare al massimo il rischio. In questo modo, anche se uno strumento non dovesse offrire il rendimento atteso, è probabile che questa performance negativa venga bilanciata dalle prestazioni positive di altri prodotti finanziari presenti nel fondo.
Le gestioni patrimoniali sono quindi strumenti finanziari semplici e poco rischiosi, ideali per un risparmiatore che vuole investire nel medio e lungo periodo senza correre troppi rischi. Inoltre, esiste un’ampia varietà di gestioni patrimoniali, perciò è possibile scegliere gli strumenti più adatti alle proprie esigenze e agli obiettivi che si vogliono raggiungere in futuro.
Poiché le gestioni patrimoniali hanno volumi di scambio molto elevati, offrono in genere anche costi di gestione contenuti. Un altro vantaggio è legato alla tassazione agevolata sulla componente derivante dai titoli di Stato, tassati al 12,5% invece dell’aliquota ordinaria del 26%.
Mentre investire in titoli di Stato, obbligazioni private e conti deposito non consente di ottenere una buona diversificazione, con le gestioni patrimoniali è possibile investire in tanti prodotti finanziari attraverso un unico strumento, ottenendo dunque un’ottima diversificazione degli investimenti e, di conseguenza, un rischio più basso.
Le gestioni patrimoniali sono indicate per chi desidera proteggere il capitale dall’inflazione e tutelare il proprio potere d’acquisto futuro, con la possibilità di far fruttare i risparmi in modo affidabile. Le gestioni
patrimoniali sono utilizzate ad esempio nelle polizze vita investimentocome quelle vita rivalutabili, contratti che offrono la restituzione del capitale a scadenza e, in alcuni casi, un rendimento minimo garantito.
Ovviamente esistono numerose tipologie di gestioni patrimoniali: per questo motivo è importante informarsi bene per capire quali sono quelli giusti in base alle proprie necessità. Per costruirsi un futuro sereno è opportuno rivolgersi a un consulente qualificato, per valutare insieme a un professionista quali sono i propri obiettivi di vita e scegliere gli strumenti migliori per realizzarli senza preoccupazioni.